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.: VENETO
 Il Veneto è una regione dell'Italia Nord-Orientale di 4,5 milioni di abitanti, con capoluogo Venezia. Confina a est con il Friuli-Venezia Giulia e con il Mar Adriatico (Golfo di Venezia), a nord con l'Austria (Tirolo e Carinzia), a nord-ovest con il Trentino-Alto Adige, a ovest con la Lombardia, a sud con l'Emilia-Romagna.
 Il Veneto è una regione prevalentemente pianeggiante (56,4% del suo territorio), ma presenta ampie zone monutuose (29,1%) e collinari (14,5%).
 Un aspetto geografico particolarmente interessante è senz'altro la Laguna di Venezia. Per quanto riguarda i fiumi, i più importanti sono a sud il Po (e il Delta del Po) e l'Adige, al centro il Brenta e a nord il Piave. A occidente c'è il Lago di Garda.
 A nord-ovest ci sono le Alpi in particolar modo le Dolomiti con il ghiacciaio della Marmolada, le Prealpi venete con la Valbelluna, più a sud i Monti Lessini, l'Altopiano di Asiago.
 Nella pianura veneta sono presenti i maggiori rilievi collinari dell'intera Pianura Padana: i Colli Euganei, che si ergono, nettamente isolati, a sud-ovest di Padova, seguiti, a poca distanza, dai Colli Berici (a sud di Vicenza).
 
.: STORIA
 Abitata già nella preistoria, fu dapprima insediamento degli Euganei, in seguito del popolo dei Paleoveneti.
 La storia del Veneto è unita a quella della più vasta regione del Nord-est dell'Italia, situata tra il confine del Mare Adriatico e tutta la catena delle Alpi Orientali, che comprende Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
 In epoca storica a partire dal I sec. a.C. fece parte dell'Impero Romano come Regio X Venetia et Histria.
 Dopo la caduta dell'Impero Romano, fu invasa da orde di popoli di origine barbarica (Goti, Eruli, Unni e Longobardi quest'ultima invasione è descritta da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum). Tra il VI e l'VIII secolo si ebbe una divisione sempre più netta tra la Venetia interna, sotto il dominio longobardo e la Venetia maritima dipendente dall'impero bizantino e dall'esarcato di Ravenna. Gran parte delle popolazioni e le autorità religiose si trasferirono dalle città dell'interno ai centri lagunari (Grado, Torcello, Caorle, oltre alle oggi scomparse Malamocco e Civitas Nova o Heraclea). Con la conquista longobarda di Ravenna alla metà dell'VIII secolo, il territorio lagunare acquista una sempre maggiore indipendenza dall'impero bizantino di cui rimane formalmente dipendente. Dal trasferimento della sede del dux bizantino da Civitas Nova sulla terraferma, a Malamocco, nelle isole lagunari (e da qui agli inizi dell'VIII secolo a "Rivoalto", l'attuale Rialto), prende origine la città di Venezia.
 Venezia, grazie alle immense fortune ricavate attraverso i suoi commerci marittimi e terrestri con tutto il mondo allora conosciuto, divenne la più potente tra le quattro Repubbliche marinare della penisola italica, che si contendevano il dominio commerciale delle rotte del Mediterraneo. Espandendo il suo dominio sui territori circostanti, attorno al 1400, costituì uno stato, la Serenissima Repubblica, i cui confini si estesero oltre quelli dell'antica regio romana, comprendendo parte della Lombardia, l'Istria, la Dalmazia, e vari teritori d'Oltremare.
 Alla fine del XVIII secolo la Serenissima Repubblica, ormai in declino, fu invasa da Napoleone Bonaparte e da questi ceduta, dopo una serie di saccheggi e di scontri sanguinosi (Pasque Veronesi) all'Austria in cambio del Belgio. La Repubblica fu divisa in più parti dall'Austria, le singole parti furono delle semplici province dell'impero Austriaco, senza funzioni di Stato. Il governo austriaco fu in generale benevolo, amministrazione abbastanza efficiente ed onesta, cercò di realizzare un certo benessere per i suoi sudditi, ma non molto liberale. La parte corrispondente all'incirca all'attuale Regione Veneto, rimase così per circa 60 anni, come parte del Regno Lombardo-Veneto, sotto la dominazione dell'Impero Austro-Ungarico. Partecipò ai moti risorgimentali con l'eroica ribellione e resistenza di Venezia del 1848-1849. Il Plebiscito era necessario a formalizzare - secondo gli accordi precedenti allo scoppio della guerra - la già prevista annessione del Veneto al Regno d'Italia. L'accesso alle operazioni di voto, come per altri plebisciti dell'epoca (ad esempio: quello svolto per l'annessione di Nizza alla Francia), e per ogni altra consultazione elettorale dell'epoca, escluse le donne e fu limitato per censo: interessò pertanto solo una parte minoritaria della popolazione (meno di 650.000 votanti su un totale di 2.603.009 residenti). Il risultato (646.789 sì; 69 no; 567 voti nulli), rispecchiò, secondo alcuni studi storici, l'assoluta mancanza di segretezza nel voto e di trasparenza nelle conseguenti operazioni di scrutinio. In tal modo, la sostanziale sconfitta militare del Regno d'Italia nella Terza guerra di indipendenza italiana del 1866 si trasformò in un successo politico per casa Savoia.
 Il dominio di casa Savoia non fu proficuo sotto l'aspetto economico, la pressione fiscale maggiore di quella austriaca, i servizi inferiori, e la burocrazia meno valida della proverbiale burocrazia austriaca. Alla perdita dei mercati dell'Europa centrale seguì un periodo di crisi economica. Dopo l'annessione al Regno d'Italia e sino alla I guerra mondiale ebbe luogo una intensa emigrazione dal Veneto, particolarmente verso Argentina, Uruguay e Brasile. Durante la I guerra mondiale parte del territorio subì gravi danni.
 Il fenomeno dell'emigrazione riprese nel primo dopoguerra, diretto in massima parte verso gli stessi Paesi dell'America Latina che avevano ricevuto le precedenti ondate migratorie provenienti dal Veneto. Fu una emigrazione un poco meglio organizzata.
 La II Guerra Mondiale apportò nuove distruzioni, soprattutto a causa dei bombardamenti aerei (particolarmente feroce quello che colpì e rase al suolo gran parte di Treviso). A guerra finita, riprese l'emigrazione che interessò, oltre ad Argentina, Uruguay e Brasile, Venezuela, Colombia, Stati Uniti, Canada e Australia. Flussi migratori a breve termine si ebbero inoltre verso il Belgio, la Francia e la Germania.
 Una ricerca del CSER (Centro Studi Emigrazione - Roma) stima in circa 3.300.000 le persone emigrate negli anni dal 1876 al 1976 dal Veneto, di fatto la regione italiana a maggior emigrazione in tale periodo (seconda è la Campania, con 2.500.000). Si calcola che ci siano nel mondo circa 9 milioni di oriundi veneti.
 A partire dagli anni ottanta del XX secolo l'emigrazione si esaurì e, da allora, il Veneto è divenuto terra d'immigrazione. Molti dei nuovi arrivati sono in realtà cittadini italiani, emigrati negli anni duri, che ritornano ai loro paesi; talvolta essi parlano una versione della lingua veneta più arcaica di quella ora utilizzata nel Veneto. Nelle ultime elezioni i cittadini italiani residenti all'estero hanno potuto votare.
 L'imponente aumento del livello medio di istruzione scolastica nel Veneto ha creato una consistente sottooccupazione intellettuale, con lavori provvisori inadeguati a molti giovani laureati, che non gradiscono più molti lavori. Si ha quindi il fenomeno di una certa disoccupazione nelle categorie colte e di una certa necessità di immigrazione per certi lavori semplici.